12 Giugno 1998 nr. 1 Notiziario a cura del Museo Internazionale Croce Rossa Castiglione delle Stiviere (MN) ---------------------------------------------------------------------------------- I. Editoriale II. Conferenza di Cornelio Sommaruga a Firenze 8 giugno 1998 III. Agenda italiana III.A Fiaccolata da Solferino a Castiglione III.B Annulli Filatelici III.C Premio di laurea <Giuseppe Barile e Pietro Verri>-CRI Chiavari III.D Conferenza di Torino 20 giugno 1998 <Mine Antiuomo una guerra in tempo di pace> III.E Convegno <La Pace attraverso il diritto: l'istituzione di una Corte Penale Internazionale> Roma - mercoledì 24 giugno 1998 III.D Esposizione "Liberiamoci dalle mine" IV. Notizie dal Mondo V. Informazione per i collaboratori o per le richieste di pubblicazione
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(I) Editoriale ******************************************************** Carissimi AmiciMicr, così si chiama l'elenco di chi riceve questo numero uno di "Caffè Dunant". Abbiamo tante notizie da dare, ma una particolarmente importante porta la data imminente del 20 giugno e ci è sembrato giusto uscire per lei, anche se un po' di corsa. Nella nostra qualità di AmiciMicr duplice è il nostro impegno. Il primo è quello di indirizzare alla redazione di "Caffè Dunant" le informazioni di carattere storico, di Diritto Internazionale Umanitario, di Dottrina di Croce Rossa. Il secondo , ma non meno importante, è quello di diffondere nell'ambito delle nostre sede CRI, gli appuntamenti che il notiziario ci dà. Da ultimo permettetemi di ricordarvi la manifestazione "da Solferino a Castiglione - Fiaccolata 98" che è una delle manifestazioni più significative della Croce Rossa Italiana e sta diventanto anche un importante evento internazionale. La partecipazione a questa sesta edizione è di nove Società Nazionali consorelle: Germania,Spagna, Austria, Olanda, Croazia, Stati Uniti, Giappone, Danimarca e Repubblica di S.Marino. Le prenotazioni (Italia ed estero) al 11 giugno sono oltre 1500 (un incremento del 100% su quelle dello scorso anno a 15 giorni dalla manifestazione). Si tratta di un appuntamento di celebrazione e di festa dove sarà possibile ritrovare carica e rinnovare le motivazioni che permettono a ciascuno di svolgere l'attività di volontariato nella Croce Rossa. Sempre cordialmente Maria Grazia Baccolo
******************************************************** (II) Conferenza di Cornelio Sommaruga a Firenze 8 giugno 1998
SFIDE UMANITARIE PER LA CROCE ROSSA
ALLA VIGILIA DEL XXI.mo SECOLO
Conferenza del Dottor Cornelio Sommaruga
Presidente del Comitato internazionale
della Croce Rossa
Firenze, 8 giugno 1998
In queste settimane "Croce Rossa 1998" è doveroso affermare che il documento firmato 134 anni fa a Ginevra dai plenipotenziari di 12 Stati aveva carattere rivoluzionario. Dopo solo dieci giorni di consultazioni questi rappresentanti degli Stati adottarono il primo accordo di Ginevra, cioè la Convenzione per il miglioramento della sorte dei soldati feriti sui campi di battaglia. Il 22 agosto 1864 la grande idea di Henry Dunant assunse così una forma concreta. La Croce Rossa Italiana fa bene di ricordare nel suo logo la data di questa Convenzione di Ginevra! L'accordo fu veramente rivoluzionario per quell'epoca, dato che con esso gli Stati riconobbero per la prima volta, in modo chiaro ed esplicito, che i soldati feriti e morenti non erano semplicemente un inevitabile, e quindi trascurabile, prodotto secondario delle guerre. No! Le vittime delle guerre sono persone che soffrono e nessuno può permettersi di dimenticarle ed ancor meno di ripudiarle. Esse hanno invece il diritto di essere assistite ed aiutate, sia dagli amici, che dai nemici, senza alcuna discriminazione. Non dimentichiamo l'appello delle donne lombarde sul campo di battaglia di Solferino, che ci è stato tramandato da Henry Dunant: "Siamo tutti fratelli". Con la Convenzione del 1864 principi morali comuni a tutte le culture, religioni e convinzioni, sono dunque assurti ad obblighi di carattere legale vincolanti per tutti i belligeranti.
La prima Conferenza di Ginevra fu presieduta dal Generale Guillaume Henry Dufour, che fu anche il mio primissimo predecessore, quale "primus inter pares" del Comitato dei Cinque, precursore del CICR. Nel 1847, il Generale Dufour, che aveva assunto il comando dell'esercito federale svizzero nella guerra civile chiamata del "Sonderbund", il Generale-comandante fece un ordine del giorno ai suoi soldati, che conteneva le basi di quello che divenne poi -con le Convenzioni di Ginevra- il diritto internazionale umanitario. Basti citare due frasi: "Soldati: bisogna uscire da questa battaglia, non solo vittoriosi, ma anche senza rimproveri; bisogna che si dica di voi: si sono battuti con onore quando era necessario, ma si sono dimostrati sempre umani e generosi". Ed ancora: "Colui che porta la mano su una persona inoffensiva si disonora ed imbratta la propria bandiera". E' così comprensibile che con Henry Dunant egli venga considerato il fondatore della Croce Rossa.
Dopo il 1864 diplomatici e giuristi si sono incontrati più volte per sviluppare il dovere dei belligeranti di proteggere ed aiutare tutti coloro che sono coinvolti nelle guerre e che ne subiscono le conseguenze. Così, quasi cinquant'anni fa, precisamente il 12 agosto 1949, sono state solennemente adottate le quattro Convenzioni di Ginevra. Oggi rappresentano la base del diritto umanitario internazionale. In seguito alla seconda guerra mondiale ed in risposta alle inenarrabili sofferenze ed agli orrendi delitti perpetrati, le Convenzioni del 1949 sono diventate vincolanti per la quasi totalità degli Stati. Nel 1977 le stesse sono state rafforzate con due Protocolli aggiuntivi che impongono ai belligeranti, prima di tutto, il rispetto e la protezione della popolazione civile. Anche questi accordi sono stati conclusi a Ginevra. Quando tutti gli Stati avranno ratificato i due Protocolli aggiuntivi, la protezione delle vittime dei conflitti armati sarà ben garantita in diritto internazionale. Che gran passo avanti, dal modesto testo del 1864 ai 600 articoli dell'attuale diritto di Ginevra!
Da 134 anni tutti i testi delle Convenzioni sono stati elaborati e proposti dal CICR, istituzione composta solamente da Svizzeri ed iniziatrice del diritto internazionale umanitario. Sono state senza dubbio le esperienze che i suoi delegati hanno accumulato in numerose zone di combattimento, che hanno indotto i Governi ad affidare al CICR la preparazione dei progetti degli accordi. L'ultimo risultato di questa collaborazione è rappresentato dai già citati Protocolli aggiuntivi del 1977. Naturalmente la responsabilità per i testi negoziati incombe interamente agli Stati. Essi si impegnano ad applicare i trattati ed a fare in modo che le parti contraenti li rispettino.
Permettetemi di rivenire sugli avvenimenti del 22 agosto 1864 a Ginevra, quando diplomatici di 12 Stati -rappresentanti le Nazioni europee e gli Stati Uniti d'America- hanno concepito un accordo di ispirazione europea -fra cui il Regno d'Italia, con capitale a Firenze!-, accordo creato per circostanze europee. Oggi il diritto di Ginevra è universale per contenuto e campo d'applicazione. In pratica tutti gli Stati del mondo sono vincolati dalle Convenzioni del 1949 (oggi sono 188 Stati) e tre quarti di loro ha ratificato i Protocolli aggiuntivi. L'adozione del diritto di Ginevra da parte dei Paesi del Terzo Mondo, avvenuta, benché non fosse evidente, senza alcuna coercizione, ha conferito all'ideale umanitario una nuova legittimità. I Protocolli aggiuntivi del 1977 rappresentano i primi accordi di diritto umanitario alla cui elaborazione hanno partecipato con uguale impegno il Nord ed il Sud, l'Est e l'Ovest. Offrendo nuove risposte alle moderne forme di minaccia, i Protocolli aggiuntivi mirano allo stesso obbiettivo umanitario delle Convenzioni: la protezione e l'aiuto alle vittime specialmente civili di eventi bellici. Tutti insieme gli Stati del mondo hanno reso possibile questo successo ed ancorato nel diritto delle genti il mandato internazionale del Comitato internazionale della Croce Rossa.
La gioia e la gratitudine per ciò che è stato raggiunto non ci devono però far dimenticare che ancora troppo spesso il diritto di Ginevra è ignorato od addirittura gravemente violato. Mentre vi parlo, nei campi di prigionia giacciono ancora decine di migliaia di prigionieri di guerra o prigionieri politici tra i quali numerosi sono i feriti ed i malati, che hanno forse passato lunghi anni di cattività: sono veri e propri ostaggi dei negoziati internazionali. Vi sono bambini che muoiono per mancanza di cibo o di assistenza medica a causa della guerra, anche se un aiuto potrebbe essere prestato. Altrove, persone che hanno perso tutto nella guerra vagano tra le rovine delle loro case, in cerca di un segno di vita dei loro cari. Le sofferenze provocate agli uomini dai loro simili sono infinite.
Non c'è invero da rallegrarsi: dal 1945 ad oggi ci sono stati più di 120 conflitti, che hanno fatto circa ventidue milioni di vittime. L'umanità si trova ora a dover affrontare altre sfide: la degradazione dell'ambiente ha assunto in molti paesi delle proporzioni spaventose; l'esodo rurale procede ad un ritmo serrato, mentre la miseria urbana diventa sempre più marcata; si assiste, negli ultimi tempi, al ritorno di certe grandi pandemie; nei paesi più poveri, decine di milioni di persone non hanno altra prospettiva che l'incertezza, quando si tratta del rispetto dei loro diritti fondamentali, a cominciare da quello di una vita decente; queste persone non possono accedere né all'istruzione né all'assistenza sanitaria; inoltre esse non hanno nessuna possibilità di migliorare la propria sorte né quella dei figli. All'epoca delle immagini virtuali, dell'economia immateriale e delle autostrade dell'informazione, non è inutile ricordare il divario crescente tra il mondo economicamente più avanzato ed una parte sempre più vasta della popolazione mondiale. Se non stiamo attenti, questi notevoli squilibri alimenteranno i conflitti di domani.
L'ultimo decennio rappresenta poi una fase di rottura, di profondi cambiamenti. Siamo usciti dalla guerra fredda e dall'equilibrio del terrore per entrare in un periodo incerto in cui i sistemi di riferimento che servivano da parametri sono scomparsi. Tutte le strade sono aperte, tutti gli sviluppi sono possibili, ma nessuno di essi s'impone più. Certo, non c'è da stupirsi che ad un periodo di crisi politica corrisponda una perdita dei punti di riferimento dei valori umanitari. I principi che erano considerati fondamentali, vengono ora rimessi in discussione. Ma non dimentichiamo le grandi speranze generate dalla fine della divisione del mondo in due blocchi antagonisti, a cui tutto si opponeva: ci fu permesso allora di credere all'affermarsi di un universo più unito, più solidale, più umano.
E' con piacere che si possono notare taluni sviluppi positivi verificatisi n alcune parti del mondo.
Purtroppo -e lo ripeto-, in contrasto con buone notizie, quante tragedie senza soluzione, precipitate nell'assurdo di immense sofferenze ed inutili distruzioni; quanti nuovi dissidi, quante nuove zone d'ombra! Oggi, oltre trenta conflitti insanguinano la terra: conflitti di potere, per il territorio, di minoranze, di religione. Altrettanti scenari che mobilitano oggi tutte le forze del CICR.
questo momento, mentre vi parlo, il CICR -appoggiato da numerose Società di Croce Rossa- è impegnato in situazioni e posti molto diversi, per esempio in Afganistan, infestato di mine, teatro di scontri violenti e da poco anche colpito da un grave terremoto o nel Tagikistan vicino, dove la guerriglia e la neve si sono alleate per creare delle condizioni di vita insopportabili per profughi e detenuti;
*in Bosnia, in Cambogia ed in Angola -paesi in cui è da poco tornata una calma relativa- dove occorre sopperire ai bisogni più urgenti delle vittime e degli sfollati e cercare di dare delle risposte alle innumerevoli richieste di ricerca dei dispersi, e anche lì rimediare ai misfatti delle mine;
*in Messico, dove fungendo da intermediari tra i Zapatisti ed il governo, eravamo riusciti a contribuire ai negoziati, ma dove dopo la recrudescenza della violenza stiamo ripartendo con un'importante operazione umanitaria, finalmente permessa dal governo;
*in Perù, dove -oltre a visitare migliaia di prigionieri politici ed assistere nelle Ande la popolazione civile isolata e paralizzata da terrorismo e repressione- abbiamo potuto svolgere il ruolo di intermediario umanitario neutro e di facilitatore nel sequestro all'Ambasciata del Giappone, durante 126 giorni, confrontati all'inizio con più di 600 ostaggi;
*in vari altri paesi, come nel Sri Lanka, la Colombia, in Israele e nei Territori autonomi palestinesi, in Giordania, nel Timor orientale, nel Kashmir indiano, dove l'autorità reprime gruppi di cittadini e dove noi cerchiamo di portare un pò di sollievo a prigionieri politici, proteggendoli dalla violenza delle forze di polizia; a questa descrizione posso anche aggiungere il Kossovo, con tutti i suoi problemi;
*o ancora nella regione dei Grandi Laghi africani, nei due Congo, in Liberia, in Sierra Leone, dove dei conflitti "identitari" misti ad atti di banditismo rendono l'azione umanitaria più difficile e rischiosa, proprio quando i soccorsi sono indispensabili alla sicurezza ed alla sopravvivenza di decine di migliaia di detenuti e di centinaia di migliaia di profughi, che spesso errano senza speranza di una soluzione a medio termine.
* In altre parole, il CICR cerca di essere presente là dove i conflitti si manifestano in tutta la loro violenza devastatrice per opporle i valori umanitari. E' dunque sulla violenza che vorrei riflettere un attimo, perché soltanto se riusciamo a capire la sua natura più profonda, potremo contrastarla e trovare così un filo conduttore per le nostre azioni. Ed il diritto troppo spesso non riesce a contenerla.
E' proprio della violenza di cercare a schiacciare tutti quelli che le si oppongono. Essa si serve di mezzi esterni quali, per esempio, la forza delle armi e la prigione o può anche servirsi della stessa vittima, come nel caso della tortura, che degrada il corpo della vittima fino a farne, contro la volontà di quest'ultima, l'alleato del seviziatore. Così facendo, la violenza non tollera regole. Il suo unico scopo è schiacciare quello che essa percepisce come un oppositore per impedire che l'aggressore possa essere schiacciato a sua volta. E per questo tutti i mezzi sono buoni.
A questo totalitarismo della violenza, che trasforma la vittima in oggetto, il CICR oppone il gesto umanitario, il solo che possa restituire alla vittima la sua individualità, la sua personalità e la sua dignità umana, che possa ridarle speranza o, nel peggiore dei casi, salvaguardarne la memoria.
Concentrandosi così sulla vittima e sui suoi bisogni più immediati, l'azione del CICR è diretta. La vittima della violenza e del conflitto è e deve rimanere sempre il punto focale di qualsiasi azione, e l'obiettivo principale deve essere quello di confortarla nella sua sofferenza fisica e morale. Per quanto semplice possa sembrare, quest'obiettivo impone a volte delle scelte che comportano serie conseguenze, quando è la sorte di diversi gruppi di vittime che è in gioco. In tali momenti è possibile, se non
addirittura inevitabile, che si commettano degli errori. In questo contesto; il CICR si è rammaricato e si rammarica ancora per le omissioni, forse gli sbagli, commessi durante la II(a) Guerra Mondiale, in particolare in relazione all'olocausto. Debolezza ed errori forse, ma complicità mai.
Il gesto umanitario deve essere prima di tutto spontaneo. Il CICR è chiamato ad essere vigilante dinanzi alla sofferenza delle vittime e di soccorrerle non appena possibile. Non saranno tollerate né attese, né tergiversazioni. Le vittime non possono aspettare. "Bis dat, qui cito dat".
La spontaneità va di pari passo con l'indipendenza del gesto umanitario. Un atto che dipenda da qualcos'altro non può essere spontaneo. La Croce Rossa deve essere nei fatti e soprattutto deve essere percepita da tutte le parti in conflitto come un'istituzione completamente indipendente da qualsiasi Stato o gruppo politico. La firma dell'accordo di sede con la Confederazione Svizzera del 1993 ha consacrato questo bisogno profondo d'indipendenza del CICR anche nei confronti delle autorità del Paese di cui portiamo al vertice la nazionalità e che è stato la nostra culla.
La Croce Rossa si propone, inoltre, di agire in modo imparziale. L'atto umanitario è destinato a tutte le vittime di un conflitto armato, senza distinzioni. Al di là delle divisioni che la ragione o la società hanno stabilito per i propri scopi, quali quelle basate sulla razza, sul sesso, sulla religione e sulla nazionalità, noi esseri umani "siamo tutti fratelli". Il dolore delle vittime ci proibisce di piegarci a categorie artificiali. Soltanto il criterio dell'urgenza ci guiderà nella scelta dei nostri interventi.
Affinché questo gesto umanitario sia possibile, affinché esso sia efficace nel contesto del conflitto, esso deve essere rigorosamente neutro, per quanto difficile ciò possa essere dinanzi agli eccessi della violenza.
La neutralità è uno dei principi fondamentali della Croce Rossa e per il Comitato internazionale è un dovere assoluto. La stretta osservanza del principio di neutralità da parte del CICR ha lo scopo di mantenere un rapporto di fiducia con tutte le parti ad un conflitto, in modo di poter andare dappertutto, in particolare nelle prigioni di tutti i governi e -in situazioni di guerra civile- anche in quelle degli insorti.
E' indubbio che all'origine vi sia stata una relazione particolare tra la neutralità svizzera e quella del CICR. Se il messaggio della Croce Rossa à stato ben accolto nel secolo scorso e le Convenzioni di Ginevra rapidamente firmate dalle più grandi potenze dell'epoca, è perché veniva da Ginevra e Ginevra era in paese neutro. La mono nazionalità del CICR si spiega anche, parzialmente, dalla storia. Ma attenzione di non spingere eccessivamente questo rapporto delle due neutralità.
Esse hanno un senso ben diverso. La Svizzera ha scelto e praticato la neutralità per proprio interesse, quale mezzo per mantenere la propria indipendenza e la sua unità. Il CICR invece non ha interessi propri da difendere, la sua esistenza non é una finalità del Comitato, il CICR è neutro nell'interesse delle vittime. Ed è anche nell'interesse delle vittime che l'istituzione difende la sua indipendenza!
La neutralità del CICR -insisto su questo principio fondamentale- non è solo materiale per offrire la protezione e l'assistenza a tutte le vittime, per poterle ovunque raggiungere; è anche un principio morale: gli Statuti dicono chiaramente che il CICR "si astiene dal partecipare a controversie di carattere politico, razziale, ideologico e religioso". Il CICR non porta giudizio sui comportamenti che osserva e -salvo in casi eccezionalmente gravi ed a condizioni ben precise-, non ricorre alla denuncia pubblica.
Questa riserva ci causa molte critiche. Eppure essa risponde ad una necessità essenziale. Ogni organizzazione umanitaria ha il suo modo di agire. Ce ne sono, come "Amnesty International", che s'informano per denunciare e per ottenere, attraverso la pressione dell'opinione pubblica, la riparazione di talune ingiustizie. Ma in fondo chi entra nelle prigioni, sono i delegati del CICR -senza comunicato stampa- e qualche volta proprio perché la campagna di Amnesty ha fatto si che l'autorità detentrice voglia cercare il dialogo con un'istituzione credibile per la sua neutralità. In fondo l'alternativa per il CICR è semplice: o veniamo a patti con il diavolo (attraverso un dialogo per migliorare la sorte delle vittime) oppure chiudiamo le porte dell'inferno.
La neutralità, specialmente la neutralità morale, non è sempre facile da osservare. I nostri delegati assistono talvolta a delle scene rivoltanti e devono, salvo eccezioni, restare muti. Senza arrivare a questi eccessi, può capitare che i nostri collaboratori s'intendano meglio con una parte al conflitto, piuttosto che con l'altra. Questo non dovrebbe capitare, anche se è umano, perché non è sempre possibile ordinare i propri sentimenti. Ma sono lieto di poter affermare che il CICR ed i suoi delegati hanno generalmente saputo dimostrarsi all'altezza della situazione.
La difficoltà è un'altra. Si tratta della percezione che altri (governi, comandanti, bande armate, ribelli e popolazione civile) possono avere della nostra neutralità. Ed è chiaro che si tratta di un problema delicato, in quanto spesso veniamo caratterizzati come europei, cristiani, ricchi e quindi non neutri culturalmente.
Il nostro emblema, la croce rossa che è entrata nel diritto internazionale nel 1864 come simbolo protettore, è da più di un secolo oggetto di controversie perché considerato un emblema del cristianesimo. Eppure -e qui gli sforzi di divulgazione non devono mai affievolirsi- alla Conferenza di Ginevra del 1864 furono dei diplomatici prussiani a suggerire di invertire i colori della bandiera svizzera, insistendo che la neutralizzazione del ferito poteva anche essere garantita dalla croce segnata col proprio sangue dal ferito su un drappo bianco.
Questo ci riporta all'inizio della mia relazione, dove ho fatto l'apologia del diritto!
Effettivamente tutto sarebbe positivo, se il rispetto delle Convenzioni di Ginevra fosse migliore.
Saremmo allora in grado di visitare i prigionieri sempre e di diventare consiglieri dell'autorità detentrice per il loro trattamento, saremmo facilmente in grado di far comunicare attraverso i messaggi croce rossa famiglie separate, saremmo in grado di occuparci dei feriti e di dare il rifornimento necessario ad ospedali ed altri centri di sanità, saremmo anche in grado di evitare la sofferenza di vittime sfollate od isolate in mancanza di acqua potabile e di derrate alimentari. Tutto questo lo facciamo -lo fanno i 1.000 delegati del CICR espatriati, con l'aiuto di diverse migliaia di collaboratori locali-, ma in situazioni che diventano sempre più precarie dal punto di vista della sicurezza. L'anno nero 1996 con la perdita di tre delegati nel Burundi e cinque infermiere ed un delegato in Cecenia, tutti brutalmente assassinati, ci deve sempre ricordare i limiti dei nostri interventi, ma anche spronarci a lavorare di più per la diffusione di principi umanitari! Anche il recente sequestro di dieci collaboratori durante dieci giorni in Somalia è stato un colpo duro, che ci porta a riflettere di nuovo ed intensamente sulle misure di sicurezza.
Il tutto con costanza, rigore ed umiltà.
Oggi, il CICR cerca anche di far rispettare pienamente, a livello internazionale, le convenzioni che proibiscono certi mezzi e metodi di combattimento particolarmente crudeli, di migliorare queste convenzioni e di estenderle ad altri settori. Le armi laser accecanti, come le mine terrestri, sono un esempio tanto tragico quanto tipico del nostro impegno. Queste mine, concepite originariamente per impedire la penetrazione in certi settori del campo di battaglia di veicoli blindati o della fanteria, sono state più tardi perfezionate fino a renderle praticamente invisibili ed a permetterne l'uso contro il personale militare prima e la popolazione civile poi. Oggi, milioni di mine antipersona -degli ordigni infernali, l'utilità militare dei quali non è per altro neanche certa- continuano a mietere vittime anche quando il motivo del loro uso non sussiste più ormai da tempo. Esse colpiscono soprattutto le donne, i giovani e gli sventurati che, in mancanza di altri mezzi, devono andare nei campi alla ricerca di qualcosa da mangiare, o di un po' di legna per scaldare la loro catapecchia. La bonifica di terreni minati richiede mezzi finanziari ed umani enormi e rappresenta un drenaggio di risorse inaccettabile per un paese appena uscito dalla guerra.
Il CICR si è impegnato a fondo in una campagna destinata sia ai governi che al pubblico, la quale mira ad ottenere il divieto della produzione, della commercializzazione, dell'uso e dell'immagazzinamento della mina antipersona.
La Convenzione firmata ad Ottawa da 123 paesi all'inizio del dicembre scorso è una vera vittoria dell'umanità. I miei collaboratori ne hanno un gran merito perché -assieme a qualche governo (Canada, Belgio, Austria e Norvegia, soprattutto) ed ad organizzazioni non governative- in poco più di un anno è stato possibile raggiungere questo divieto totale. Ma ora la lotta deve essere quella dell'universalizzazione della Convenzione e della sua ratifica ed entrata in vigore: nel frattempo infatti -ogni venti minuti nel mondo- le mine colpiscono, uccidono o feriscono gravemente. Le vittime -specialmente gli amputati- hanno bisogno di assistenza e riabilitazione.
Sono lieto che l'Italia, dopo qualche esitazione, sia -sotto l'impulso del Presidente della Repubblica e del Parlamento- uno dei Paesi che, già prima della firma della Convenzione di Ottawa, aveva promulgato un'ottima legge antimine. In queste settimane la Croce Rossa Italiana si è impegnata in una campagna di raccolta di fondi in favore delle vittime delle mine. Le siamo grati di questa azione che dovrebbe portare ulteriori mezzi preziosi per i nostri trenta centri ortopedici nel mondo.
Devo, infine, far menzione del fatto che certi Stati considerano la vendita di armi come un modo di creare posti di lavoro, o di finanziare lo sviluppo dei loro armamenti. E' molto difficile per il CICR piegare la volontà di uno Stato che ha una visione puramente commerciale del traffico d'armi. Mi sembra però legittimo chiedersi: dove sono finiti i valori etici spesso invocati come fondamenti della nostra civiltà?
Il problema oggi preoccupante è quello dell'enorme disponibilità di armi leggere sul campo, in mano ad ogni genere di persone, specialmente ad individui che non fanno parte di formazioni militari regolari. Sono queste armi (mitra di ogni genere) che uccidono oggi. Le violazioni delle regole del diritto umanitario sono innumerevoli. E' per questo che il CICR si è proposto di sensibilizzare i governi del mondo intero sul problema dal trasferimento di queste armi leggere e sulle loro conseguenze. Ma vogliamo operare sulla base dell'articolo 1 comune alle quattro Convenzioni di Ginevra, che invita gli Stati, non solo a rispettare, ma anche a far rispettare le disposizioni del diritto umanitario. Si tratta certo di un problema delicato che non tocca solo il trasferimento legale di armi, ma che deve anche portare ad una più seria riflessione sul traffico illecito di queste armi.
I tempi cambiano ed i bisogni si spostano: dando prova di coraggio ed immaginazione, la Croce Rossa deve adeguare continuamente la sua azione alle esigenze del momento. In un mondo in cui l'azione politica mirante a prevenire o a risolvere le crisi è di gran lunga insufficiente ed in cui l'intervento militare non contribuisce ad aumentare la tolleranza, il ruolo del Movimento della Croce Rossa diventa indispensabile. Certamente indispensabile negl'interventi d'urgenza e nella ricostruzione, ma anche nell'azione di prevenzione: lottando attivamente contro ogni forma di odio e di fanatismo, contro il razzismo e l'esclusione. Ma possiamo fare di più, tanto a livello internazionale che nazionale per promuovere questo valore della tolleranza, il solo che possa risparmiare domani all'umanità delle disgrazie ancora più grandi. Perché la tolleranza -che è testimonianza di coraggio- implica l'adesione a delle norme di civiltà e di cultura, ad un'arte di vivere, ad una convivialità vissuta quotidianamente, con dei principi riconosciuti ed accettati, basati sull'ascolto e sul dialogo.
Vi ho parlato delle sfide umanitarie in un mondo in trasformazione: per la Croce Rossa la situazione odierna richiede compassione, azione e riflessione, ma soprattutto responsabilità. All'epoca della globalizzazione dell'economia, il mio appello è quello di globalizzazione della responsabilità: responsabilità verso l'umanità.
In conclusione di questa relazione, che mi sono rallegrato di poter tenere a Firenze su iniziativa della Presidente del Comitato provinciale e dopo aver lodato le basi giuridiche del diritto umanitario, ma sottolineato i numerose sfide che ci attendono alla vigilia del XXI(superscript: mo) secolo, confrontati a tante violazioni del diritto ed all'insicurezza dell'operare del delegato di Croce Rossa, la domanda spontanea è quella di sapere quali debbono essere in avvenire le attività della Croce Rossa Internazionale in tale situazione di conflitti destrutturati, dove il banditismo prevale. La mia risposta è breve e decisa -e con questo chiudo- "non nova, sed nove".
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Castiglione delle Stiviere 25-26-27-28 Giugno 1998
Anche quest'anno siamo tutti invitati a partecipare a una delle manifestazioni più importanti e suggestive della Croce Rossa Italiana, unica nel suo genere, sui luoghi storici che hanno dato vita alla più grande idea laica di solidarietà e di pace del mondo. La manifestazione é a carattere internazionale per il coinvolgimento di Società di Croce Rossa consorelle, europee e non. Questa festa gioiosa per i membri della Croce Rossa per gli amici, per i simpatizzanti é un momento di grande aggregazione dove le emozioni fanno ritrovare le profonde motivazioni del nostro sostenere volontariamente il movimento. Tre sono le giornate messe a nostra disposizione per aver modo di visitare i Musei, monumenti e di avere momenti di relax nelle dolci colline moreniche e sul vicinissimo lago di Garda. GIOVEDI' 25 giugno 98
Ore 12.00: apertura campo Ore 20.00: al teatro tenda Stand gastronomico. Musica ed intrattenimento VENERDI' 26 giugno 98 Ore 09.00: 1° Trofeo "Massimo Ghio" Competizione a squadre Ore 18.00: piazzale Repubblica Cerimonia di consegna della Medaglia al merito della C.R.I. Al servizio aereo della Guardia di Finanza Ore 19.00: Museo Internazionale Croce Rossa Inaugurazione mostra temporanea "Liberiamoci dalle mine" Ore 20.00: al teatro tenda Stand gastronomico. Musica ed intrattenimento Durante la serata: premiazione concorso Pittorico scuole medie inferiori e superiori. premiazione competizione "1° Trofeo Massimo Ghio" SABATO 27 giugno 98 Ore 19.45: Solferino P.zza Castello Cerimonia di apertura della Fiaccolata Ore 20.00: partenza fiaccolata Ore 22.30: arrivo a Castiglione delle Stiviere al Duomo, cerimonia di Chiusura Ore 23.00: spaghettata al teatro tenda Stand gastronomico. Musica ed intrattenimento DOMENICA 28 giugno 98 Ore 20.00: al teatro tenda Stand gastronomico. Musica ed intrattenimento PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI RIVOLGERSI ALLA SEGRETERIA DEL MICR 0376/638505. ---------------------------------------------------------------------------- -------------------------- (III.B) Il giorno 27/6/1998 dalle ore 9.00 alle 14.00 presso il Museo sarà possibile effettuare due annulli speciali. Il primo dedicato alla Fiaccolata, il secondo al 90.mo del Corpo delle Infermiere Volontarie, per informazioni rivolgersi alla segreteria del micr tel.0376/638805 ---------------------------------------------------------------------------- ------------------------- (III.C) 5° PREMIO DI LAUREA" Giuseppe Barile e Pietro Verri" in Diritto Internazionale Umanitario, Diritti dell'Uomo e Diritto dei Rifugiati
Su iniziativa del Sottocomitato di Chiavari della Croce Rossa Italiana, che conferma l'impegno per lo sviluppo degli studi della diffusione del Diritto Internazionale Umanitario, dei Diritti dell'Uomo e del Diritto dei Rifugiati, sono istituiti tre Premi da attribuire a dissertazioni di laurea. I Premi sono messi a disposizione dallo stesso Comitato di Chiavari della Croce Rossa, dal Comitato Centrale della Croce Rossa, dalla Signora Marcella Barile.
Le condizioni sono le seguenti:
1- I premi, di 2.500.000 (duemilionicinquecentomila) lire ciascuno, verranno conferiti a tesi discusse in una Università italiana, dal 1 Aprile 1997 al 31 marzo 1999, aventi ad oggetto un argomento pertinente al Diritto Internazionale Umanitario, al Diritto dell'Uomo, al Diritto dei Rifugiati.
2- Le domande di ammissione al Concorso, in carta semplice, dovranno pervenire al Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana, Servizio Affari Internazionali, Segreteria della Commissione Nazionale di Diffusione del Diritto Internazionale Umanitario, Via Toscana, 12 - 00187 ROMA, entro il 31 maggio 1999. Nella domanda dovrà essere indicato l'indirizzo e il recapito telefonico del concorrente.
3- Alla domanda dovrà essere allegata una copia della tesi di laurea, nonchè un certificato, in carta semplice, della competente segreteria universitaria, dal quale risultino la data dell'esame di laurea, la votazione conseguita e il titolo della dissertazione di laurea.
4- La Commissione Giudicatrice, composta da tre specialisti della materia, è nominata dal Presidente della Croce Rossa Italiana e deciderà con giudizio inappellabile. I Premi potranno anche essere suddivisi fra tesi parimente meritevoli.
5- La cerimonia per il conferimento del Premio si terrà presso il Sottocomitato della Croce Rossa Italiana di Chiavari. Il vincitore si impegna a presenziare alla cerimonia di consegna del Premio.
Per ulteriori richieste di informazioni ci si potrà rivolgere alla Segreteria della Commissione Nazionale di diffusione del Diritto Internazionale Umanitario, Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana, Via Toscana 12 - 00187 Roma - Tel:06/4759430 Fax: 06/4759223 ---------------------------------------------------------------------------- ----------------------------------------------- (III.D) Comunicato da S.lla la Spezia Betty
CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE COMITATO PROVINCIALE DI TORINO
Società Italiana per l'organizzazione Internazionale Sezione Piemonte
LE MINE ANTIUOMO una guerra anche in tempo di pace Torino, 20 giugno 1998
Centro Internazionale di Formazione Organizzazione Internazionale del Lavoro Padiglione L Corso Unità d'Italia 125 Torino Programma: ore 9.30 Registrazione partecipanti ore 10.00 Apertura del Convegno e indirizzi di saluto ore 10.30 Dott. Cornelio Sommaruga Presidente Comitato Internazionale della Croce Rossa, Ginevra "Il problema delle armi e la sua relazione con il diritto internazionale umanitario" ore 11.30 Dott. Andrea Scarpa Chirurgo in missioni internazionali "Le conseguenze mediche dell'impiego delle mine antiuomo e più in generale delle armi da guerra" ore 12.30 Colazione ore 14.00 Prof. Paolo Benvenuti Università di Firenze Presidente Commissione Nazionale Diritto Internazionale Umanitario, CRI "Armi, loro diffusione e crimini di guerra" ore 15.00 Col. Fernando Termentini Capo di stato Maggiore della Scuola del Genio, Roma "Le problematiche delle mine e dello sminamento" ore 16.00 Università di Torino, Segretario SIOI Piemonte "La Convenzione di Ottawa e la legislazione Italiana" ore 17.00 Conclusioni del Convegno Per Informazioni: Contattare la Segreteria Organizzativa del Convegno Lunedì-venerdì ore 9-16 Via Bologna 171 - 10154 Torino tel.011/2445407 E' possibile confermare la partecipazione inviando un fax coi dati seguenti al n.011/232578 Cognome, Nome, ente di appartenenza e se si desidera pranzare* Per gli appartenenti alla Croce Rossa Italiana indicare inoltre: Unità Cri, Componente ed eventuale qualifica.
*La quota per il pranzo è di £ 20.000 da versare al bureau del Convegno, il 20 giugno, al momento della registrazione. -------------------------------------------------------- (III.D) Comunicato da Prof.Paolo Benvenuti
Istituto Luigi Sturzo Fondazione Carlo Donat-Cattin Convegno di studio
LA PACE ATTRAVERSO IL DIRITTO: L'ISTITUZIONE DI UNA CORTE PENALE INTERNAZIONALE con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri
mercoledì 24 giugno 1998, ore 10.00
Roma Istituto Luigi Sturzo Via delle Coppelle,35 tel.06/6892390-6875528 fax 06/6864704 ore 10.00 Presiede Luigi Vittorio Ferraris, Luiss
Introduzione David Donat-Cattin, Università degli studi di Teramo Interventi Maria Pia Garavaglia, Croce Rossa Italiana Mario Giro, Comunità di S.Egidio Flavia Lattanzi, Università agli studi di Teramo Diurmuid Martin, Cosiglio Pontificio 'Justitia et Pax' Patrizia Toia, Ministero degli Affari Esteri ore 12.30 Dibattito ore 13.00 Conclusioni Giovanni Maria Flick, Ministero di Grazia e Giustizia
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III.F) Comunicato da Micr 26 Giugno 1998 ore 19.00 Apertura Mostra di sensibilizzazione a sostegno della campagna per la messa al bando delle mine antuomo: "LIBERIAMOCI DALLE MINE"
IN COLLABORAZIONE CON LA SCUOLA DEL GENIO DELL'ESERCITO ITALIANO, L'UNIVERSITA' DI BRESCIA, LABORATORIO ROBOTICA AVANZATO, SEI S.p.A. E LA COSTITUENDA ASSOCIAZIONE GULBIBI. Museo Internazionale della Croce Rossa Castiglione delle Stiviere Tel.0376-638505
******************************************************** (IV) Notizie dal Mondo
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[INFO-PRESS:317] ICRC NEWS 21 ST PETERSBURG: COMPETITION IN INTERNATIONAL HUMANITARIAN LAW: As part of its programme to promote international humanitarian law among universities in the Commonwealth of Independent States (CIS), the ICRC held the second De Martens Competition in St Petersburg from 19 to 23 May. INDIA: MODEL SYLLABUS FOR HUMANITARIAN LAW COURSE: Meeting in New Delhi on 23 and 24 May 1998 at the initiative of the ICRC regional delegation for South Asia and the Association of Indian Universities, experts in the fields of legal training and international law agreed on a model syllabus for the new course on human rights and humanitarian law being introduced into law schools throughout India. ST PETERSBURG COMPETITION IN INTERNATIONAL HUMANITARIAN LAW: As part of its programme to promote international humanitarian law among universities in the Commonwealth of Independent States (CIS), the ICRC held the second De Martens Competition in St Petersburg from 19 to 23 May. Teams of three students each, representing 13 law faculties from 11 CIS countries, strove to top each other's knowledge of humanitarian law in a series of role-playing exercises relating to an imaginary armed conflict. The University of St Petersburg, which won the competition in 1997, was closely involved in organizing the event.
In addition, 84 teachers connected with the ICRC's dissemination programme for secondary schools in the Russian Federation took part in a different competition, aimed at motivating teachers to use ICRC textbooks and manuals in their classes. The competitors had to devise courses using literature and teaching material on humanitarian law. The three winners were awarded the title "teachers of the year" The ICRC was also invited to participate in a seminar held in Volgograd over the last few days by the Russian Federation Ministry of Home Affairs, the first time it had received such an invitation. The objective was to familiarize some 40 instructors from the main Russian police academies and those of four CIS countries (Belarus, Kazakstan, Kyrgyzstan and Uzbekistan) with the rules of humanitarian and human rights law. The ICRC awarded bursaries to nine participants to enable them to attend the seminar.
Alongside its work on behalf of conflict victims in the region, the ICRC has been conducting a dialogue since 1992 with all the CIS countries to remind them of their obligations as signatories to the Geneva Conventions. In order to raise awareness of humanitarian law, it has launched a series of programmes aimed at various target audiences =96 the army, National Red Cross and Red Crescent Societies, universities, schools and the media. Further information: Victoria Catliff, ICRC Moscow, tel. ++7502 220 2616 INDIA MODEL SYLLABUS FOR HUMANITARIAN LAW COURSE Meeting in New Delhi on 23 and 24 May 1998 at the initiative of the ICRC regional delegation for South Asia and the Association of Indian Universities, experts in the fields of legal training and international law agreed on a model syllabus for the new course on human rights and humanitarian law being introduced into law schools throughout India. The Bar Council of India, which lays down standards for all law schools in the country, has made this course compulsory from the forthcoming academic year onwards. The model syllabus includes a comprehensive study of international humanitarian law and will be proposed by the Association of Indian Universities to deans of law faculties, heads of law schools and all universities offering advanced courses in law. This step has given fresh impetus to ICRC efforts to promote international humanitarian law among academic circles in India. Further information: Savita Varde-Naqvi, ICRC New Delhi, tel. ++911 46223 38
New on the ICRC Public Server - http://www.icrc.org : - Update No 98/01 on ICRC activities in Indonesia, dated 20.05.98 For any information you may need on the weekend of 30-31 May or on Monday 1 June 1998 (national holiday) please call the press officer on duty Michael Kleiner, on (mobile) 41 79 202 42 00 ********************************************************
(V) Informazioni per i collaboratori o per le richieste di pubblicazione Per agevolarci nella pubblicazione, Vi preghiamo di inviarci i vostri articoli mediante email come attach file o nell'email stessa, se utilizzare l'attach file tutti i formati compatibili con windows sono accettati ( evitate comunque caratteri speciali, grassetto ecc. che non sono riproducibili nei mail). Se non Vi è possibile inviateli via fax al 0376/631107 nel tal caso (sigh) penseremo noi a trascriverli. Per programmare meglio le uscite di Caffè Dunant, le segnalazioni di conferenze o altro devono essere recapitate almeno con un mese di anticipo, in particolar modo se deve essere creata la pagina sul sito micr ( anche qui, se non Vi riesce di rispettare questi tempi, mandate ugualmente, Vedremo di accontentarVi , ma il caffè in questo caso lo dovete offrire realmente e non virtualmente :) ) Per informazioni, sono a
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Un Saluto Valter Riva ******************************************************** Caffè Dunant Notiziario a cura del MICR Castiglione delle Stiviere N.1 12/06/98 Per ricevere una copia del notiziario inviate un email a:
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