17 settembre 1999 nr. 38 Notiziario a cura del Museo Internazionale Croce Rossa Castiglione delle Stiviere (MN) ---------------------------------------------------------------------------------- 1- ICRC NEWS nr. 36 del 2/9/99 Traduzione di Roberto Arnò 2- " Non una celebrazione ma una riflessione sui valori comuni" di Yves Sandoz del Comitato Internazionale Croce Rossa di Ginevra Articolo pubblicato sull'Osservatore Romano del 12 Agosto 1999 3- Convegno " Il ruolo delle organizzazioni non governative nelle emergenze umanitarie" 1-2 ottobre 99 - Venezia - Auditorium di S.Margherita
--------------------------- 1 --------------------------- ICRC NEWS 36 2 settembre 1999 SOMMARIO TIMOR EST: IL CICR INVIA DEI SOCCORSI A DILI: Allo scopo di poter fronteggiare qualsiasi evenienza connessa al referendum organizzato a Timor Est il 30 agosto sotto l'egida delle Nazioni Unite, la delegazione del CICR a Jakarta ha inviato, via mare, un carico di viveri e di altri generi di soccorso sul posto.
CRISI NEI BALCANI: SEMINARE IL FUTURO: I contadini kosovari ansiosi di coltivare i campi che erano stati costretti ad abbandonare durante il conflitto riceveranno l'aiuto del CICR, nel quadro di un approccio volto ad aiutare gli abitanti della provincia a riguadagnare l'autosufficienza.
NAMIBIA: VISITATI I DETENUTI DI SICUREZZA NELLA FASCIA DI CAPRIVI: Il CICR ha completato una prima serie di visite ai detenuti di sicurezza arrestati all'inizio di agosto dalle autorità namibiane nel quadro di uno stato di emergenza che ora è stato levato.
INDONESIA: ASSISTENZA PER 11.000 SFOLLATI: In conseguenza degli scontri interetnici occorsi a Sambas ( Kalimantan occidentale) nel corso dei primi mesi di quest'anno, il CICR ha provveduto, in collaborazione con la sezione locale della Croce-Rossa Indonesiana, alla distribuzione di generi di soccorso alla popolazione costretta ad abandonare le proprie abitazioni.
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Dall'Osservatore Romano del 12 Agosto 1999 "Non una celebrazione ma una riflessione sui valori comuni" Yves Sandoz - Direttore del Diritto e della Comunicazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa - Ginevra La fine di un secolo - tanto più quando coincide con la fine di un millennio - è propizia agli interrogativi e alle revisioni. Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) non può sottrarsi al dibattito che in tale occasione sarà avviato in diversi ambiti riguardo al mondo e al suo futuro. Il 12 agosto 1999, cinquantesimo anniversario delle Convenzioni di Ginevra, il suo contributo a questa riflessione si concentrerà logicamente sul diritto e sull'azione umanitari. La prima questione che ci si pone a tale proposito è di sapere se si deve realmente celebrare l'anniversario delle Convenzioni di Ginevra. Certo, le Convenzioni di Ginevra, all'epoca in cui sono state adottate, hanno costituito uno sviluppo considerevole dal punto di vista legislativo e quasi inatteso. Considerevole perché sono state migliorate le convenzioni precedenti sui feriti, i malati, i naufraghi e i prigionieri di guerra, ma anche e soprattutto perché sono state introdotte una convenzione per la tutela dei civili e una disposizione comune a tutte le convenzioni per la tutela delle vittime dei conflitti interni, due innovazioni molto importanti. Quasi inatteso in quanto è stata necessaria una grande abilità per far approvare queste Convenzioni al momento opportuno. Certo, l'emozione suscitata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale rendeva evidente la necessità di proteggere maggiormente i civili e la crudeltà di guerre come quella spagnola dimostrava quanto fosse utile fissare alcune norme per i conflitti interni. Tuttavia, dopo l'adozione della Carta delle Nazioni Unite, vi era grande reticenza a regolamentare una guerra che si cercava di proscrivere. Quando si è compreso che l'ONU non poteva dotarsi dei mezzi atti a garantire la pace, le premesse della guerra fredda già rendevano difficile qualsiasi negoziato multilaterale. La sfida fu tuttavia vinta e le Convenzioni di Ginevra adottate, convenzioni che sarebbero state completate circa trent'anni dopo da due protocolli aggiuntivi. Non ci si può però rallegrare senza riserve di questo anniversario in quanto non si può essere mai del tutto soddisfatti di testi volti a tutelare le vittime della guerra: non vi è in effetti una guerra <bella> e si vorrebbe sempre proteggere meglio, aiutare meglio, fare di più. Le Convenzioni di Ginevra hanno senza dubbio salvato la vita o alleviato le sofferenze di centinaia di migliaia di persone per le quali sono state un simbolo di speranza, ma non hanno impedito il massacro di civili, gli stupri, i saccheggi, la tortura di prigionieri, la disgregazione delle famiglie. E' giunta l'ora di porsi degli interrogativi: questi testi sono ancora attuali? Occorre forse svilupparli? Il diritto Umanitario non deve fossilizzarsi ma adattarsi ai problemi del nostro tempo. La sensibilità manifestata nei confronti del problema delle mine antiuomo e i risultati ottenuti a tale proposito sul piano legislativo, quella che ha portato alla proibizione delle armi <accecanti> ne sono un esempio. Il rimpatrio dei prigionieri, il controllo dei soccorsi , la definizione più precisa della nozione di obiettivo militare sono, alla luce delle esperienze fatte, ambiti che devono essere chiariti, o meglio sviluppati. Tuttavia si deve riconoscere che il problema fondamentale risiede prima di tutto nell'applicazione dei testi esistenti. Il CICR ha compiuto sforzi considerevoli negli ultimi anni per far conoscere meglio i fondamenti del diritto internazionale umanitario, incoraggiando le forze armate a inserire questa materia nei programmi d'istruzione, cercando di introdurre nelle scuole l'insegnamento dei suoi principi, creando servizi consultivi che aiutino gli Stati ad adottare, anche in tempo di pace, le misure necessarie, soprattutto sul piano legislativo. Riflettendo sulla sua azione, il CICR ha inoltre individuato le sfide che deve affrontare per raggiungere il suo obiettivo principale, ossia quello di proseguire la sua azione di tutela e di assistenza sul terreno dei conflitti, stando vicino alle vittime. Ha compreso che le due sfide più grandi sono in realtà strettamente legate al rispetto del diritto internazionale umanitario. La prima è l'indebolimento degli Stati, molti dei quali diventano incapaci di far rispettare le leggi. La seconda è il rigetto dei valori essenziali, che il diritto umanitario ritiene universali e intangibili. L'indebolimento degli Stati, o in alcune situazioni la crisi del potere pubblico, porta inevitabilmente al disordine generalizzato, all'aumento della corruzione, all'impoverimento delle strutture educative. In poche parole, rende estremamente difficile qualsiasi accordo che permetta di agire con un minimo di sicurezza: l'azione umanitaria diviene pericolosa proprio laddove essa è più necessaria. Nella maggior parte dei casi, una grande immaginazione ha permesso di trovare vie per agire, come dimostrano la creazione di oltre un migliaio di <cucine> durante il conflitto in Somalia, ognuna delle quali ha servito più di mille pasti al giorno, la diffusione del messaggio umanitario mediante racconti alla radio, cantautori popolari, opere teatrali improvvisate, L'anarchia può tuttavia condurre alla paralisi e allora non si riesce più a trovare azioni che garantiscano un minimo di sicurezza ai delegati. Il rigetto dei valori che sono alla base del diritto umanitario si è tradotto in politiche di persecuzione o di espulsione, nella <pulizia etnica> o nel genocidio. L'obiettivo del diritto internazionale umanitario e delle organizzazioni umanitarie di agire al di fuori della politica - è questo il senso del principio di neutralità, spesso frainteso - non è allora più realizzabile. Quando la politica invade ambiti che non le appartengono, l'azione umanitaria diventa allora un ostacolo per progetti funesti. Cosa fare di fronte a queste importanti sfide? E' proprio riflettendo che si riscopre la grande attualità delle Convenzioni di Ginevra, non nei dettagli dei loro numerosi articoli, ma nei principi sui quali si fondano. In realtà, l'elaborazione del diritto internazionale umanitario è consistita nella ricerca di un consenso su alcuni valori fondamentali da osservare in qualsiasi circostanza. Più che quelli dei diritti dell'uomo nel loro insieme ( che non sono universalmente accettati nella loro interezza), sono i principi su cui si fonda il diritto internazionale umanitario ad essere l'indice di questo consenso minimo al quale la comunità internazionale è giunta. Senza avviare un dibattito accademico su questo tema - anche se ne varrebbe la pena - ritengo che i tre principali pilastri del diritto internazionale umanitario siano: la compassione per quanti soffrono, che si ritrova alla base del gesto umanitario e dell'obbligo di curare e di trattare in modo umano i feriti; il rispetto in ogni momento della dignità umana, che si traduce in particolare nello stesso trattamento per tutte le vittime e nei diritti concessi ai prigionieri e agli internati; la solidarietà, insita nell'obbligo di intraprendere azioni di soccorso per le popolazioni private dei beni essenziali. La compassione per quanti soffrono, il rispetto della dignità umana e la solidarietà non sono forse valori fondamentali per affrontare i grandi problemi del nostro tempo, siano essi sociali, economici o ecologici? La Croce Rossa vuole essere neutrale - anche sul piano religioso - per essere accettata da tutti. Tale neutralità riposa tuttavia su valori che si ritengono universalmente riconosciuti. La Croce Rossa non è neutrale rispetto a questi valori, sui quali è edificato il diritto internazionale umanitario e sui quali si fonda la sua azione. L'indebolimento di tali valori, l'aumento del razzismo, l'egoismo dei ricchi, l'indifferenza verso le sofferenze degli altri devono allertarci in quanto non si può sperare che vengano rispettati in tempo di guerra valori che si disprezzano in tempo di pace. La Croce Rossa deve dunque lanciarsi in una lotta che si può definire morale, quando si tratta di difendere questi valori fondamentali per la sua missione. In tal caso si schiera con le Chiese? Non credo, nel senso che le Chiese fondano il loro messaggio su una convinzione religiosa, cosa che non avviene nel diritto internazionale umanitario, anche se esso difende il diritto di ognuno a praticare la propria religione. I valori sui quali si fonda il diritto internazionale umanitario tuttavia coincidono in buona parte con quelli accettati da quasi tutte le grandi religioni. Senza appoggiarsi a una di esse in particolare, la Croce Rossa può tuttavia ricercare il sostegno delle grandi autorità spirituali e morali del nostro tempo. Il cinquantesimo anniversario delle Convenzioni gliene offre l'occasione. Il CICR ha organizzato per questo evento un ampio sondaggio fra popolazioni di Paesi vittime della guerra. Incentrato sulla loro percezione del diritto umanitario e sulle speranze che ripongono in esso, il sondaggio ha come titolo < Le voci della guerra>. Queste voci della guerra saranno alla base di un appello solenne che una dozzina di personalità internazionali lanceranno il 12 agosto 1999. In questo giorno, anniversario delle Convenzioni di Ginevra, esse chiederanno al mondo di lottare senza posa contro il flagello della guerra e di rispettare i principi del diritto umanitario, in tempo di guerra per preparare il ritorno alla pace e in tempo di pace per costruire un mondo pacifico. Inoltre i risultati di questo sondaggio nell'anno 2000 serviranno da base a un'ampia riflessione su come far rispettare meglio il diritto umanitario e su come svilupparlo. Una simile riflessione con le grandi autorità morali e religiose del mondo attuale favorirebbe certamente la ricerca di una via migliore per unire la comunità internazionale intorno ai valori fondamentali che sono alla base del diritto umanitario. La Croce Rossa e le Chiese dovrebbero pertanto promuovere un dialogo che si spera risulti molto costruttivo negli anni a venire.
Yves Sandoz
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Fondazione "Venezia per la ricerca sulla Pace Mershon Center Ohio State University 1° Convegno "Il ruolo delle organizzazioni non governative nelle emergenze umanitarie" Venezia, Auditorium di S.Margherita 1-2 Ottobre 1999 I Sessione Venerdì 1 ottobre "La protezione dello spazio umanitario" Ore 15-16,15 Presiede: Prof.Lorenza Carlassare, Università di Padova Apertura: Avv.Fabio Gava, Presidente della Fondazione Prof.Janice Gross Stain, Università di Toronto Presidente Canada Foreign Minister's Advisory Council S.E. Alessandro Grafini, ambasciatore d'Italia in Bulgaria, già responsabile dell'iniziativa Centro Europa (INCE) Ambasciatore Oleg Grinevsky, Naval Postgraduate Center, CA Paolo Cereda, Caritas Italiana
Coffee Break "La protezione dello spazio umanitario: chi paga?" Ore 16,30-17,45 Presiede: Giovanni Buquicchio, Segretario Generale della Commissione "Venezia per la democrazia attraverso il diritto" Prof.Ignazio Musu, Università di Venezia Prof. Daniel Warner, Università di Ginevra Prof.Giuseppe Tattara, Università di Venezia Michael Bryans, esperto, Ottawa II Sessione Sabato 2 Ottobre "Tra neutralità e testimonianza" ore 9,15-13 Presiede: Proff.ssa Laura Picchio Forlati, Università di Venezia Francis Amar, Comitato Internazionale Croce Rossa di Ginevra Alberto Perduca, Procura, Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia Prof.Luigi Condorelli, Università di Ginevra John Watson, Direttore Generale di Care Canada
III Sessione Sabato 2 ottobre "Impegno solidale: Dilemmi per il futuro ore 14,30-18 Presiede:Prof.Richard Lebow, Direttore Merhon Center, Ohio State University Giulio Macon, Presidente Consorzio Italiano di Solidarietà Dr.Robert Herman, membro del Policy Planning Staff del Segretario di Stato Albright, Washington Prof.Paolo Segatti, Università di Trieste James Orbinski, Presidente internazionale di "Médecins sans frontrières", Belgio Segreteria organizzativa: Elena Pajzs Rossi Tel. E fax 041-2440106 e-mail
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Lingue di lavoro: italiano ed inglese |